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81

En que describe racionalmente los efectos irracionales del amor, in Obras Completas, I, n. 84.

 

82

L. A. Sánchez, Sor Juana I. de la Cruz, in op. cit., I, p. 120.

 

83

J. M. Pemán, art. cit., pp. 69-71.

 

84

J. M. de Cossío, art. cit., p. 33.

 

85

D. Calleja, Aprobación, cit.

 

86

Respuesta a Sor Filotea de la Cruz, op. cit., p. 446.

 

87

A tale proposito ricorderemo che anche Amado Nervo (op. cit., p. 91), E. A. Chávez (op. cit., p. 19), E. Wallace (op. cit., p. 188), A. Méndez Plancarte (Introducción a Obras Completas cit., I. pp. XXXV-XXXVI) propendono per una crisi di natura amorosa alle origini della decisione di Juana de Asbaje di ritirarsi in convento. Altri studiosi sorjuanini hanno tuttavia scartato tale ipotesi. La Campoamor (op. cit., p. 25) spiega la decisione come desiderio di pace e di isolamento, al fine di poter continuare con tranquillità piena i propri studi e, al tempo stesso, profonda fede religiosa non incompatibile, o anche situazione di giovane «desamparada y cautivante», e forse attrazione di terze persone verso il claustro a salvaguardia del suo corpo e salvezza dell'anima. P. Henríquez Ureña propende (Las corrientes literarias en la América Hispánica, México, Fondo de Cultura Económica, 1949, p. 80) per un'ansia di sapere e un desiderio di pace che a Juana Inés consentisse di soddisfare la propria indomabile passione intellettuale. Il che non spiega le esitazioni e i dubbi che tennero sospesa la giovane tra il primo ingresso nel convento di San José, delle Carmelitane Scalze (14 agosto 1667) e quello definitivo nel convento di San Jerónimo (24 febbraio 1669). Nell'intervallo scrive il Calleja (Aprobación, cit.) che Juana Inés ricorse al consiglio pacificatore del Padre Núñez, suo confessore, il quale «a fuer de luz la quitó el miedo». Ma di che cosa doveva aver paura Juana Inés se non di fare un passo in cui non la sosteneva la vocazione religiosa? I documenti pubblicati dal Ramírez España rivelanti l'illegittimità della suora (La familia de Sor Juana, op. cit.), ritengo possano autorizzare una nuova ipotesi, quella cioè che, venuta a conoscenza della sua macchia d'origine, Juana de Asbaje abbia pensato di rimediarvi facendosi monaca. Il che le permetteva di porsi al sicuro dal disprezzo probabile di un ambiente intellettuale e raffinato al quale sentiva di non poter rinunciare. In convento avrebbe potuto continuare gli studi, e rimanere al centro della vita intellettuale della capitale, come in effetti avvenne.

 

88

Cfr. in Obras Completas, I, n. 56.

 

89

Los empeños de una casa, ivi, IV, p. 39.

 

90

A. Méndez Plancarte, note al sonetto 170, in Obras Completas, I, p. 532.

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